I nostri boschi, il nostro mondo
Oggi, 21 marzo, si celebra la Giornata internazionale delle foreste. Una giornata che racchiude, nel suo concetto, boschi, piante, ma anche tutti gli animali che popolano questi territori.
È un modo per ricordare quanto flora e fauna siano importanti, vitali, da salvare e da salvaguardare.
Patrimonio comune
Ai nostri boschi, ça va sans dire, siamo molto legati. Sono per noi custodi di memorie storiche, sono per noi respiri di bellezza, sono per noi patrimonio comune, sono per noi turismo dolce, sono per noi fonte di essenze, sapori e profumi che portiamo nei nostri piatti.
“Nel territorio dei Sette Comuni
non esistono castelli di Nobili,
non esistono ville di Signori,
né cattedrali di Vescovi,
per il semplice fatto che la terra è del popolo e i suoi frutti sono di tutti come ad uso antico”
(Mario Rigoni Stern)
Si chiama Proprietà collettiva e va ad indicare una forma alternativa di gestione della terra, dove è l’intera comunità a possederla e a goderne dei frutti. Cosa significa concretamente? Ecco qualche accenno storico.
Nei Comuni dell’antica Spettabile Reggenza vigeva un regime di gestione collettiva della terra amministrato dalle vicinie. Trovava le sue radici in istituti giuridici di origine germanica fondati sul principio che il patrimonio agro-silvo-pastorale dei Comuni era proprietà della gente del posto e, pertanto, inalienabile, indivisibile, inusucapibile.
Il territorio comune comprendeva pascoli e boschi, perché da sempre le genti altopianesi vivevano di pastorizia e attività legate all’esbosco. Per queste attività era importante consentire il pieno godimento del territorio, senza vincoli.
A seguito della riforma napoleonica venne sancito – con il “Decreto Vicereale del 1806”- il passaggio alle amministrazioni comunali la gestione di tutti i beni collettivi.
“Andar per boschi”
Ci piace prendere il nostro cestino e “andar per boschi ed erbe”. Ci piace riempirlo di tarassaco e cumo, di spugnole e ortiche, di Asperula e di porcini, di lamponi e di mirtilli. E ci piace portare e sentire il bosco nei nostri piatti.
Se, una volta accomodati alle nostre tavole, chiudete gli occhi e inspirate profondamente, siamo certi percepirete il sentore degli aghi di pino, un lontano ricordo di resina, a tratti il profumo di corteccia e di muschio.
E sarete catapultati improvvisamente nei nostri incantati e incantevoli territori.
Buona giornata dei boschi.